Tra i tanti prodotti di design esposti al salone del mobile di Milano 2017, non poteva mancare un oggetto ispirato alla tradizione giapponese. L’influenza del design giapponese, che si mostra contemporaneo anche nelle sue forme tradizionali più antiche, continua a mescolarsi al design occidentale. Per sottolineare questa dicotomia, il designer americano Marc Thorpe ha chiamato il suo set per sake con il nome del celebre scrittore giapponese che basò i suoi scritti sul confronto tra cultura occidentale e tradizione giapponese.

L’oggetto di Thorpe che come Tanizaki opera tra oriente e occidente, non è innovativo di per se; è una rivisitazione  di un oggetto tipicamente giapponese che risulta interessante, se si osserva la peculiarità del progetto in relazione al metodo di produzione. La particolarità del set infatti risiede nella sua forma, apparentemente semplice, stampata in 3D da una famosa azienda newyorkese, la OTHR, il cui impegno è produrre oggetti che corrispondono a tre modelli precisi: utilità, estetica, unicità.

Naturalmente utilità ed estetica sono alla base del concetto di design in quanto si tratta di oggetti pensati per la vita quotidiana, ma la vera novità proposta da OTHR è, secondo me, il tipo particolare di unicità: Benché ogni prodotto sia identico all’altro, conserva comunque una sua identità poichè viene prodotto su richiesta e numerato. L’oggetto passa quindi dalla progettazione digitale alla stampante che lo realizza.  Questo permette ai designer di progettare forme che mantengono la loro precisione matematica, risultando perfette e senza alcun tipo di giunture. La stampa 3D unisce l’artigianato alla precisione delle macchine, inoltre, il concetto della produzione numerata su richiesta è molto contemporaneo se lo si vede in termini ecologici.

Non si può negare che l’unicità, la perfezione simmetrica e il valore ecologico, sono tutti elementi che  concorrono ad accentuare il valore estetico del set, e forse, chi possiede un oggetto seriale di questo tipo, non vede svanire quella “aura” di cui parlava W.Benjamin.

 

 

Immagini da/ Domus.com – OTHR.com – design-milk.com