Kabuki è una lampada da terra progettata dal designer Italiano Ferruccio Laviani per Kartell. Si tratta di un oggetto piuttosto sofisticato sia dal punto di vista concettuale che di produzione. La lampada è realizzata con la tecnologia di stampaggio ad iniezione, per cui il materiale plastico (nel caso specifico polimero termoplastico e fibre di carbonio), viene fuso a temperature elevate e “iniettato” a forte pressione all’interno di uno stampo. E’ in questo modo che si ottiene la particolare superficie traforata composta da moduli che si ripetono, creando un motivo a pizzo che esalta il valore decorativo della luce.
Lo stile della lampada è una sorta di barocco rivisitato in chiave contemporanea, ma guardando più attentamente si nota anche un richiamo all’arabesco, una decorazione modulare su base geometrica e stilizzata che caratterizza l’architettura e la decorazione di stoffe e oggetti, nella cultura islamica. Come nelle lanterne arabe, la lampada di Laviani diffonde la luce attraverso superfici traforate, creando un effetto elegante e sofisticato.
Kabuki è un complemento d’arredo interessante perché è adattabile a vari stili, da quello più classico a quello contemporaneo. Persino in un ambiente minimalista spiccherebbe creando un contrasto particolare.
Una cosa che mi incuriosisce parecchio è invece la scelta del nome della lampada, che è uguale a quello del noto teatro giapponese. Ovviamente l’oggetto progettato da Laviani non richiama in nessun modo nè la cultura né lo stile nipponico. Tuttavia da un punto di vista di Marketing il nome “kabuki” “funziona bene”, è di impatto perché contribuisce ad accentuarne il fascino un po’ “esotico”, presentandolo come un prodotto di lusso, dal carattere sofisticato e seducente.
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