Il lussuoso Hotel Morpheus progettato dallo studio ZHA fondato dall’architetto Zaha Hadid è stato da poco inaugurato a Macao in Cina.
Morfeo, nelle Metamorfosi di Ovidio, era una divinità che aveva il potere di trasformare la realtà in sogno. Ma la struttura porta il nome della divinità non perché “semplicemente” abbia a che fare con il sogno, piuttosto perché la sua presenza nello spazio che lo accoglie, denota come il pensiero umano possa evolversi ed andare sempre oltre, e da pensiero immateriale (progetto), trasformarsi in qualcosa di solido e concreto. Ma allora cosa c’entra il sogno?
Come Morfeo, l’edificio simboleggia la capacità di trasmettere l’idea di trasformazione e di una rinnovata re-interpretazione della realtà”.
Nella Più recente cultura Pop, il nome Morpheus ha già fatto la sua comparsa nel film Matrix che ha rappresentato una innovazione nel mondo del cinema ma anche rispetto al nostro modo di “percepire” la realtà, mediante l’uso della tecnologia. Credo che come il film, l’opera architettonica della Hadid parli di interazione e di tecnologia, ed in fondo, … anche di libertà di pensiero.
Infatti, oggi attraverso la realtà virtuale e la realtà aumentata, cerchiamo di sconfinare e di trovare altre dimensioni, che poi, non sono altro che puramente mentali, “sfondamenti prospettici immaginari”, che comunque viviamo attraverso la nostra mente. D’altronde la vita è “nella nostra testa” e abbiamo sempre più la possibilità di interagire non solo con la realtà fisica, ma anche con quella virtuale, più simile all’esperienza onirica.
La percezione della trasformazione e del cambiamento nella forma architettonica di Zaha Hadid.
Ecco che i concetti di fluidità, ipertrofia, iperbolico, espansione, sono intrinsechi nella tecnologia quanto nel Morpheus di Zaha Hadid in cui la forma non è progettata per apparire statica ed immobile, ma cambia, si evolve, in altre parole “vive…
Ma questa disamina equivale ad una semplice riflessione su quello che l’architetto o Archistar, come l’hanno definita i media e l’opinione pubblica, ha sempre voluto trasmettere attraverso i suoi progetti di cui Morpheus, suo ultimo lavoro prima della scomparsa nel 2016, ne rappresenta il coronamento. La struttura a membrana modulare non è solo un metodo costruttivo ma restituisce l’effetto visivo di una griglia che rappresenta lo spazio stesso, la sua geometria e l’infinito.
La “griglia” fa pensare ad un oggetto organico che cambia e si rinnova, quanto alla struttura digitale dello spazio virtuale.
L’architettura di Zaha Hadid è un’architettura che supera i teoremi e i paradigmi della geometria euclidea, e per questo, in linea con il Decostruttivismo di cui l’architetto è considerata tra i massimi esponenti.
Questo tipo di architettura infatti, non si basa su forme lineari ma su calcoli matematico/strutturali azzardati e complessi per ottenere forme sinuose, iperboliche, dinamiche ed asimmetricamente provocatorie, capaci di sollecitare la percezione del movimento e della plasticità dei volumi. Nel colossale Morpheus il senso dinamico attrae come una sorta di “stargate tecnologico”, un ponte tra realtà e immaginazione attraverso il quale si può “vedere” ma anche “andare oltre” i confini del pensiero e della realtà.
Immagini da: ArchDaily.com /archpaper.com /ilpost.it